The Secrets of Antilia - GDR

Memorites Fragments, Work in progress...

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CAT_IMG Posted on 5/10/2010, 15:58
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Salve a tutti, amici di Antilia xD
Come immagino la maggior parte di voi già sappia, adoro scrivere storie e, giusto perché ultimamente mi sono fissata con Kingdom Hearts.. un videogame che personalmente adoro.. ho avuto la geniale idea di iniziare una FanFiction a riguardo. Oddio, non è che abbia avuto l' "idea", semplicemente bisogna capire che la mia mente, non avendo niente di meglio da fare a scuola, ha cominciato a divagare cercando un mondo per collegare i personaggi della serie che apparentemente non avrebbero nulla a che vedere tra loro xD
Ora non so quanti di voi conoscano Kingdom Hearts, ma sto facendo in modo di far capire tutto dall'inizio a i bravi lettori xD
ah!, ultima cosa: Alcuni nomi sono diversi perché sono lasciati nelle lingue originali oppure modificati perché non mi piacevano granché (per es Pippo, personaggio della Disney, ho deciso di chiamarlo Joseph, perché Pippo mi da proprio di imbecille). E la maggior parte dei personaggi Disney diventeranno personaggi più "reali".. nel senso King Micky (oltre che credo di chiamarlo Michael xD), ossia Re Topolino, non sarà affatto un topo xDD
Ah!, ecco, mi dimenticavo: il titolo non è definitivo ^^
Okaaaay, dopo avervi rotto con tutta quest'introduzione, credo si possa iniziare con il primo capitolo che ho scritto oggi a scuola °w°

Black Out

«Non ho ricordi da prima che arrivassi al Hollow Bastion. Non che abbia la benché minima idea di come ci sia arrivato.
Ricordo di aver avuto degli amici in passato, ma nulla di più. Ogni tanto mi vengono dei flashback che non so interpretare. Ero sicuro che prima o poi qualcuno mi avrebbe spiegato cosa stesse succedendo, ma nessuno lo fece.
Ho il potere di usare il Keyblade, una spada con la forma che ricorda quella di una chiave, e ho scoperto di non essere l'unico a poterla usare.
Ricordavo a malapena il mio nome e chi fossi, forse non ero neanche in grado di interagire con chi mi rivolgeva la parola.
Eppure quest'arma mi da un senso di nostalgia...
Però ogni volta che tento di ricordare, tutto ciò che sento, è l'odore del sangue.
Saranno i postumi di questa cicatrice?
Ma forse ero un custode criminale.
Se fossi stato un assassino... sarebbe orrendo.
No, non è possibile. Per quanto non ricordi nulla, so di non poter sopportare il male, non credo che sarei capace di farlo.
Sono in viaggio per cercare chi ero, chi sono e chi sarò.»



Nella tranquilla Hollow Bastion, il silenzio regnava sovrano, interrotto solo ogni tanto dalle chiacchiere della gente; chiacchiere basse, sottovoce, quasi non volessero interrompere quel silenzio che caratterizzava le mattine nella tranquilla spiaggia. Silenzio che, si sapeva, si sarebbe interrotto di lì a poco, il tempo che un certo meccanico si alzasse imprecando per aver sbattuto la testa contro una mensola, mensola che, tra l'altro, era lì da una decina d'anni..., e svegliasse una non meno infuriata ninja.
Ebbene, proprio sotto quella strana e rumorosa casa, prima che una mensola volasse giù dalla finestra, il silenzio cessò un'attimo prima del solito, per lasciare il posto ad un nero baccano di chissà quale misteriosa magia. Dal nulla, comparve una strana porta che emanava una ancora più strana aura. Da lì un cespuglio di capelli biondi rotolò rovinosamente a terra.

«Whoa!»

Borbottando lamenti incomprensibili, dal cespuglio emerse un viso ovale caratterizzato da occhi blu oltremare. Si massaggiò lentamente la testa, continuando a lamentarsi.

Accidenti, devo smettere di infilarmi in tutto quello che trovo.

Braccolando, si rimise in piedi, giusto in tempo per vedere la misteriosa porta sparire nel nulla. Fece una smorfia, rassegnato all'idea di non poter più tornare indietro.
In che accidenti di posto sono finito?
Guardandosi attorno incerto, cercò di ricordare perchè fosse entrato in quella porta. Corrugò le sopracciglia. Non ne aveva idea.

«Terra...?» chiese, incerto, ricordandosi dei suoi migliori amici. «Terra? Aqua?» attese inutilmente che qualcuno gli rispondesse, e dopo vari tentativi si sentì braccolare. Chi stava chiamando? I miei migliori amici... assunse un cipiglio serio. Non posso dimenticarmi di voi. Assolutamente no.
Avanzò di un passo, ma crollò subito a terra, con la testa fra le mani. Gli faceva male da matti, e tutto sembrava vorticargli attorno come se non avesse dormito per giorni e stesse sul punto di svenire. Osservò inorridito che non ricordava più il nome dei suoi genitori, ed attese impotente che cancellassero la sua vita. Attimo dopo attimo, se ne andavano anni del passato, finchè non ricordò neppure di aver cercato di trattenere con tutte le sue forze i ricordi. L'ultima cosa che dimenticò furono i suoi amici, di cui non restavano che dei nomi vuoti impressi nella memoria.
Quando si alzò, vide una ragazza della sua età venirgli incontro.

«Ehi, laggiù, tutto bene? Ti vedo un po' confuso, amico!»

La conosceva? Preso da una strana sensazione, prese a braccolare verso di lei. Forse mi conosce e può dirmi che mi succede, perchè non ricordo nulla? Avrebbe voluto aprire bocca, ma fu come se i muscoli non volevano rispondergli, così fu l'altra a parlare per prima.

«Sono la grande ninja Yuffie Kisaragi! Ma puoi anche risparmiarti di darmi il "voi". Mi accontento di Yuffie. E tu, dimmi, chi saresti? Se fossi una persona importante ti conoscerei. Non per vantarmi.... cioè, senza offesa! Sei nuovo? Allora sì che sei fortunato! Io sono la più in gamba di tutto il mondo, non poteva andarti meglio! Almeno credo. Ma dunque, questo nome?»

Stordito dalle chiacchiere, ci mise un po' per capire la domanda.

«Io... Ventus. Ventus, credo.»

Yuffie lo guardò come se scendesse dalle nuvole.

«Whoho? Pianeta chiama ragazzo-misterioso, ci sei? Come sarebbe a dire "credo"? D'accordo, ho capito, entra dentro. Ti vedo malconcio. Bah! Ragazzi di altri mondi... a dire la verità la casa non è mia, ma credo che non dispiacerà a quello sgorbutico di Cid averti con noi per un po'. Veramente, la casa non è neanche sua. Ma è come se lo fosse, dal momento che il vero proprietario, Merlin, non c'è quasi mai. Sai, preso com'è dalle magie... qualche volta devo farti vedere come combatto. Sarà un onore. Per te. E lo sai che amo i gatti? Ne avevo tredici. Ma poi sono morti tutti. Schiacciati.»
Quello che più, tra l'altro, sconvolgeva Ven, era il fatto che i mici fossero morti schiacciati. Insomma, a meno che non fosse crollata la casa, era impossibile che tredici mici morissero schiacciati da un momento all'altro. Stava giusto facendo questi ragionamenti, quando si accorse di un paio di mani gentili posavano delicatamente una tazza di thè di fornte a lui. Ven, seduto a gambe incrociate a tavola, alzò la testa per incontrare il sorriso amichevole di un'altra ragazza. Per poco non cadde a terra dalla sorpresa. Non l'aveva neanche sentita arrivare.

«Ven, ti presento Aerith! Aerith, Ven, Ven, Aerith. Ciao Ven, ciao Aerith. Piacere di conoscerti. Bene! Adesso che vi siete conosciuti, puoi anche tornare ad ascoltarmi.»

Ven aggrottò le sopracciglia. Strana, davvero strana ragazza. Ma, devo ammetterlo, un po' mi è simpatica. Soprattutto quando sta' zitta.
Come se avesse voluto contraddire i pensieri di Ven, Yuffie riprese la sua lunga elencazione delle armi che somigliassero anche vagamente ad una stella. Aveva fatto almeno un centinaio di discorsi, passando da argomenti che non si somigliavano nemmeno vagamente (come aveva fatto, per esempio, a passare dalla descrizione di tutti i suoi gatti ai terremoti nelle savane?), finchè Ven non aveva smesso di ascoltarla.
"Ciao", mimò con le labbra Aerith.
"Ciao", rispose Ven. Aerith annuì e "disse": "Nel thè non ho messo lo zucchero, dimmi se lo vuoi." e "E' il suo modo per farti sentire a tuo agio. Il fatto è che quando inizia non riusciamo più a bloccarla." indicò Yuffie con il mento.
Ven fece una smorfia. "Me ne ero accorto", mimò. Aerith trattenne una risata e mise fine alla conversazione muta. Ven tornò a guardare distrattamente Yuffie mentre giocherellava con il cucchiaino del thè ancora fumante.
Passarono un paio di minuti in cui Aerith svolse le sue faccende come se ormai la voce di Yuffie facesse parte dell'arredamento. Eppure, cosa ben strana, rispondeva a tutte le sue domande. Ven, invece, si era ormai rassegnato alla tortura, dopo un po' le orecchie iniziarono a fischiargli (desiderose di silenzio, ovviamente) e quasi contemporaneamente si sentì un gran trambusto per le scale.
Yuffie simse miracolosamente di parlare. Ven sospirò di consolazione. Per un attimo regnò il silenzio (eccezion fatta, ovviamente, per i lamenti delle povere travi delle scale...). Che gli dei del cielo siano lodati! Ha smesso! Vi prego, non fatela ricominciare tanto presto!
Intanto, un ergumero con le mani callose scese dalle scale, e, con voce ancor più fastidiosa, iniziò ad imprecare contro le chiacchiere mattutine di una ninja che non se ne stava mai con la bocca chiusa. La suddetta ragazza non si lasciò scappare l'occasione: si mise alle spalle del suo vicino di camera (che tra l'altro non faceva neanche attenzione ai suoi movimenti), ed iniziò ad imitarlo in maniera molto grossolana ma divertente. Il quadretto era così familiare che Ven non volle intromettersi, anzi, cercava a fatica di rendersi invisibile, ma non riuscì ad evitare una risata quado la ninja cadde rovinosamente sulla dispensa. Cid rimase un attimo interdetto, e, il tempo di contare le teste, si accorse che c'era qualche persona in più del solito.

«Da quando diavolo si invitano sconosciuti in casa senza avvisarmi?»

Aerith alzò le spalle, indifferente, ed indicò Yuffie. «Chiedi a lei.»
Yuffie sorrise innocentemente, cercando di riparare al danno che aveva fatto cadendo, e spiegò brevemente come aveva trovato Ven e come aveva, in un'opera di bontà, deciso di portare a casa il povero abbandonato.
Ven aggrottò la fronte. Strano, non si ricordava di essere sbucato dal nulla, come diceva invece Yuffie. Anzi, secondo lui era sempre stato lì, il che suonava un po' buffo.
Alla fine del racconto, Ven si sentiva tanto fuori luogo che, dopo una piccola risata carica di tensione, cercò una qualsiasi cosa da dire.
«Ehm... posso anche andarmene subito, se vostra signoria» rivolto a Yuffie «la smette di tenermi segregato con le sue chiacchiere.»
Yuffie gli rivolse uno sguardo assassino per averla tradita sul più bello, e Cid si grattò la testa, indeciso su che farne di tutte quelle informazioni. Poi fece un gesto di stizza con la mano.

«Oh, al diavolo! Puoi anche restare, stammi solo lontano dai piedi!» Ad un grido di esultazione di Yuffie, si affrettò ad aggiungere: «Ma che io sia fulminato se non ti dia in pasto agli Heartless al minimo guaio!» E qui riprese ad imprecare.
Al che Yuffie e Cid iniziarono a discutere su dove avrebbe dormito, dove si sarebbe seduto a tavola e cose così. Aerith si intromise gentilmente nella conversazione proponendo alternative alle decisioni dei due.
Ven si sentì a disagio. Non aveva neanche detto di voler rimanere a dormire! Eh no! Qui se non intervengo mi ritroverò in questa casa anche quando sarò decrepito! Si alzò di scatto e con un balzo si intromise tra i due, spingendoli di lato semplicemente allungando le braccia. Allontanare l'ergumero fu più facile di quanto si aspettasse, non fu per nulla ostacolato dalla sua stazza, enorme in confronto alla sua. Un po' sbilanciato per aver messo più forza di quanta ne serviva in quel semplice gesto, ci mise un secondo per ritrovare l'equilibrio.

«Aspettate un secondo!» disse, «Perchè mai dovrei rimanere qui? Io ho tutta l'intenzione di andarmene, ed il prima possibile, anche! Devo...» per un attimo non seppe cosa dire. Già, che doveva fare? Cosa faceva di solito? Aveva un lavoro? Una casa? Bella domanda. «Devo scavare nel mio passato! Capire chi diavolo sono, e, visto che mi ritrovo ad indagare, anche come sono arrivato qui!»

«Sì, e, visto che ci sei, che ne diresti di indagare anche sulla differenza tra una rana ed un rospo?» fece sarcasticamente Yuffie. Ad un'occhiataccia di Aerith, aggiunse: «Non l'ho mai capita, e sono curiosa!»
Stava probabilmente iniziando a raccontare come solo lei sapeva fare, le sue indagini sull'argomento, quando Aerith la interruppe e si rivolse ad Ven: «Non dire sciocchezze! Puoi benissimo indagare anche qui, tanto non avresti nessun posto dove andare.» Ad un tentativo di Ven di dire qualcosa, lo bloccò con l'indice. «E poi, da quando Leon è andato a quello strano torneo,» Cid fece per correggerla, ma lei stroncò la prima parola sul nascere: «o cos'altro era, la casa è un po' vuota. Puoi prendere il suo posto, almeno finchè non torna. Poi decideremo, d'accordo?»
L'invito era così gentile ed invitante, che per un attimo fu tentato di urlare di sì e correre ad abbracciare quella gentile ragazza per ringraziarla a più non posso. Si voltò verso Cid, che masticava annoiato una sigaretta con le braccia incrociate ed uno sguardo minaccioso fisso sulla mano di Ven (ancora sul suo petto); poi volse lo sguardo a Yuffie, che, tutta eccitata, annuiva a più non posso, tanto che Ven si chiese come mai non le sanguinava ancora il naso dalla velocità con cui la testa andava su e giù. Sospirò, e, lasciati andare i due, abbassò la testa, come se fosse rassegnato, ma nascondendo anche un sorriso. «D'accordo» mormorò. Certo che si era ritrovato in una gran bella strana famigliola.



Ecco, questo è quello che ho partorito per ora xD Sono curiosa di vedere come si muoveranno i miei personaggi!

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Edited by W i n d` - 5/10/2010, 17:27
 
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