Qualche minuto buono passò prima che Serah tornasse a guardare l'orizzonte.
Cos'era quella sensazione? si domandò mentre posava ancora la matita sul foglio ruvido.
Le era capitato altre volte, ma in genere indicava solo che qualcosa sarebbe successo di lì a poco. Che fosse qualcosa di piacevole o meno, non era dato di saperlo, ma questa volta non le sembrava fosse successo nulla.
Si alzò di nuovo in piedi, questa volta convinta di tornare proprio a casa senza altre soste.
Ripose il materiale da disegno nella sacca e se la mise in spalla per ripercorrere il sentiero conosciuto che qualche ora prima l'aveva portata lì.
Percorse un pezzo di strada canticchiando un motivetto allegro e scalciando un poco alzando un po' la polvere del sentiero.
Passò attraverso prati fioriti dove gli insetti tutt'intorno si affollavano nelle loro faccende.
Lo so. In questo mondo ci sono tanti momenti tristi. si disse pensando a tutti i guai attraverso i quali era passata la sua amata isola di Antilia.
Pensieri incomunicabili, promesse infrante, dolore e guerra.Percorse un altro lungo pezzo con lo sguardo perso tra i pensieri.
Eppure, io amo questo mondo. Ed è per questo che voglio proteggerlo.Passò davanti al santuario della Rupe delle Norne. Sì, lì si battezzavano i nuovi nati e lì si rendeva grazie agli dèi per le nuove vite.
Era passato tanto tempo da quando era uscita da casa, però... forse un saltino poteva farlo.
Ma sì, giusto il tempo di rendere grazie.
A proposito, pensò
ora che mi ricordo, dovrei andare al Tempio di Odino, è un po' che manco.Entrò nel santuario e si inginocchiò rendendo preghiera.